Il tessuto sociale su cui è intrecciata la trama dei rapporti tra le persone è imbevuto di qualcosa che lo fa assomigliare più ad un caos emozionale piuttosto che ad uno scambio di risorse e di opportunità, una sinergia di diverse abilità che dovrebbero aiutarsi vicendevolmente nella crescita e nell'attuazione di quella realizzazione di cui si parla nella costituzione. L'altro giorno mi è capitato di discutere con un tale sulla differenza che c'è tra
fortuna e
destino. Si discuteva della improbabile vincita ad un qualsiasi gioco. Lui diceva che è questione di fortuna, io sostengo che è destino. Non voglio discutere sul fatto che sia giusta la mia o la sua definizione. Ambedue hanno la loro ragione. Ma che sia la stessa cosa, come sosteneva il tizio,
assolutamente no! Io credo che ognuno sia artefice del suo destino, e dietro questa affermazione voglio significare che non accetto tutto ciò che accade supinamente. Affidarsi alla fortuna è come aspettare che ti arrivi la manna dal cielo. Questo è esattamente l'atteggiamento di un popolo assuefatto dalla televisione, preda dei gratta e vinci, che non fa nulla per cambiare il corso di una storia nefanda che ci sta travolgendo, attraverso gli episodi di malaffare: mafia, corruzione, nepotismo, evasione fiscale, ruberie e crimini ai più alti livelli sapientemente mascherati, e che quando vengono scoperti suscitano, in un popolo assuefatto dalla defilippi e dal grandefratello, una tiepida, se non nulla, ma comunque sempre non adeguata risposta.
Credere, come me, nel destino, vuol dire che, rimboccandosi le maniche, ci si può adoperare per cambiarlo. Significa cercare di porre rimedio a ciò che, tanti anni di fatalismo della
fortuna hanno creato, assieme all'ordito sapiente di chi è riuscito a coltivare nella popolazione questa convinzione. Come si può ancora credere che un colpo di fortuna ti cambi la vita? Non lo so. Forse la mancanza di una coscienza storica gioca, però, un ruolo importante. Certo, non manca l'esempio di quello che con un euro ne ha vinti centomila, o un milione (classica obiezione di chi crede nella fortuna), ma, voglio dire, questo contribuisce a mettere a posto il panorama nazionale, o piuttosto, come dovrebbe, fa incazzare per la mala distribuzione delle risorse? E così anche un altro schiaffo a chi vive di stenti è stato dato... Non è fortuna questa. E' il "contentino" che viene elargito per sedare gli animi, e far credere che tutto è possibile. Ma solo perché c'è chi ci crede.
Bravo! E dopo che hai vinto il tuo milione di euro cosa fai? Te ne freghi degli altri e te lo godi!!! Bravissimo! Suscitando l'invidia e l'approvazione di tanti altri, che al posto tuo farebbero lo stesso, ma che in fono in fondo ti detestano: perché tu ce l'hai fatta e loro no. AAAHH, che soddisfazione! Credo che sia proprio questo che si sta facendo: indebolire il tessuto sociale per asservirlo. La
fortuna in cui crede il tale delle faccenda in esame, in parole povere, è artificio. Il destino di cui parlo io, è in divenire. E' necessario costruirsi il futuro con la fatica delle proprie mani. Chiaramente è faticoso e snervante, invece sedersi in poltrona e pensare che prima o poi ci cadrà addosso la fortuna, è comodo tanto quanto sbagliato: nei fatti sta avvenendo un peggioramento che coinvolge tutti e col quale tutti, prima o dopo, avremo a che fare. La colpa maggiore ricadrà nell'animo di chi non si è svegliato dal suo torpore, coinvolgendo nel disastro anche chi ha fatto tutto quanto gli è stato possibile per evitarlo.
Io non credo nella
fortuna. Credo invece nel susseguirsi di causa ed effetto; credo che se una società matura avesse insegnato gli sbagli commessi nella storia, invece di nasconderli o riscriverli come atti ineluttabili quando non, addirittura, ridefinirli giusti (causa), ora non ci ritroveremmo a commettere di nuovo gli stessi errori ed a vanificare le poche giuste conquiste (effetto). E tu, credi nella
fortuna o nel
destino?
Non credo nella fortuna ma nella sfortuna sì!!
RispondiEliminaA parte gli scherzi, ho capito cosa vuoi dire nel post. Penso anche che in ciò che affermi rientri pure l'incremento disgustoso di trasmissioni su miracoli, ufo, apparizioni ecc.
In ogni caso per rispondere alla tua ultima domanda : io credo nel libero arbitrio, sempre.
lo Stato, con le giocate, sta facendo la propria fortuna, più che quella dei giocatori (al di là del fattore psicologico: attirare con un premio molto alto, piuttosto che molti piccoli!)
RispondiEliminaa volte il destino (se così vogliamo chiamare quello che ci viene dato dalla nascita), soprattutto a livello non "individuale", nonostante tutti gli sforzi e la buona volontà, non si riesce proprio a cambiarlo perchè, dall'altra parte, c'è chi è altrettanto convinto nel suo!
quindi io, più che nella fortuna o nel destino, credo nella giustizia sociale...
@ Aleph & Angie.
RispondiEliminaAmbedue mi avete confermato ciò che penso: libero arbitrio o giustizia sociale, non sono forse la stessa faccia della medaglia, che nell'altro lato ha, in contrapposizione, schiavitù e ingiustizia? Solo con il duro lavoro, insisto, con l'applicazione dei due concetti positivi da voi portati ad esempio, si può cercare di dare una svolta alla sistematica repressione degli animi messa in atto da chi vuole arricchirsi ai nostri danni. Danni di tutti, insisto anche su questo. La fortuna momentanea di pochi, sarà, inevitabilmente, anche la sfortuna per loro. Anche se in tempi diversi. Vi voglio un bene dell'anima! Grazie!
Non saprei se definire fortuna o destino una eventuale vincita,il confine mi pare sottile,la vergogna del nostro paese,ed aver aumentato a dismisura i giochi sotto casa,e moltissimi soggetti deboli si stanno letteralmente rovinando.
RispondiEliminaNon è un paese serio e civile anche su questo piano.
Glisso sul rincoglionimento televisivo,ormai lo sporco lavoro è stato fatto.
Buone notizie per la tua Ferrara,non dovreste avere problemi per il vostro acquedotto,a causa dell'onda nera,le barriere hanno evitato il peggio.
Buon week,
&& S.I. &&
Un pò come i commentatori sportivi nostrani, che per dire qualcosa a proposito degli orrendi risultati dei campioni italiani alle olimpiadi parlano sempre di sfortuna. Sarebbe più giusto dire 'gli altri sono superiori'.
RispondiEliminaIo penso che il destino dobbiamo assecondarlo e non abbandonarlo. La fortuna è molto relativa.
E poi, come diceva qualcuno, aiuta gli audaci!
Grazie per aver scelto di sostenere il blog Freedom,abbiamo contraccambiato molto volentieri.
RispondiEliminaCiao
Un saluto a Matteo, devo dirti che sono veramente ridicoli a parlare di sfortuna in questi casi, anche se io non me ne intendo, è ovvio che o vince il più forte o c'è qualcosa di poco chiaro sotto. A mio avviso la fortuna non esiste. Ed un grazie per l'adesione ad Ivo Serentha an Friends. Sicuramente è stata una svista, la mia. Credevo di aver già dato la mia adesione quando feci il commento sul tuo/vostro blog. Quello che volevo significare col post, è che credo in un destino in divenire: non credo nel destino scritto. sul blog Schiavi o Liberi ho visto questo video che spero piacerà a chi vorrà vederlo. Riguarda l'anteprima del No B Day dello scorso 5 dicembre. E' un valido esempio di cercare un modo per cambiare le cose. Spero che leggiate anche il post dal quale l'ho scoperto .
RispondiEliminaHo letto le tue riflessioni e le condivido, almeno in parte. Tutti vorremmo costruirci un futuro a nostra immagine e somiglianza, ma durante l'arco della vita succedono fatti imprevisti che ne cambiano la direzione. Il fato, quello che tu chiami destino, penso che sia già segnato, e noi abbiamo poche chanches per poterlo cambiare.
RispondiEliminaAffidare, poi, la propria vita alla fortuna è discutibile. La fortuna, come anche il destino, non dipendono da noi, ma dal caso.
In quanto alle ingiustizie, quelle già esistono: le noti ovunque ti giri. E non dipendono da noi, ma anch'esse dal caso. C'è chi nasce giocatore di pallone, chi operaio semplice; c'è chi nasce di un metro e ottanta e chi di uno e cinquanta.
Tutto dipende dal caso e non saremo certo noi a cambiare il corso della vita.
In quanto a subire o meno ciò che accade intorno a noi, anche quello non dipende da noi, ma dal caso. Noi siamo nati in Italia e non abbiamo certo voluto ciò che di degradante sta succedendo ed anche se ci ribelliamo, non riusciamo a concludere molto.
Sarà che il caso voglia che noi si viva questo momento spiacevole per darci una spinta verso un futuro migliore?
Chissà, come ben hai ricordato, non tutti siamo in grado di imparare molto dalla storia vissuta.
Se non ho colto in pieno il senso di quanto hai scritto, chiedo venia.
Ottimo commento, il tuo, invita al dialogo ed alla riflessione.
;-D
Allora, per sommi capi io credo nella ricerca dell'equilibrio. Lo Yin e lo Yang che si completano ed equilibrano (anche se poi accadono momenti così) e in questi giorni sto leggendo di axis mundi ed axis sui... Un superiore, un inferiore, un intermedio. Possono essere Paradiso, Inferno e terra, o possono essere chiamati in altro modo. Possono essere Somma Giustizia e Somma Ingiustizia, Vera Fratellanza e Autentica Sopraffazione. Non è il nome che si da loro, insomma, a far la differenza.
RispondiEliminaA far la differenza sono le strade che scegliamo di seguire. Il modo in cui tentiamo di acciuffare e mantenere l'equilibrio.
... Urca, ma quanto ho scritto!!! Scusa, spero di non averti annoiato e di averti reso l'idea di come la penso!
Certo che in quei momenti che descrivi nel tuo infausto giorno, è difficile razionalizzare la sequenza di "sfortune".
RispondiEliminaMa è esattamente questo che voglio dire, che tu hai espresso in due pensieri: "a far la differenza sono le strade che scegliamo di seguire. Il modo in cui tentiamo di acciuffare e mantenere l'equilibrio". Yin/Yang.
Non voglio, infatti riferirmi agli accadimenti quotidiani, ai colpi di fortuna eclatanti che colpiscono una persona su decine di milioni. Ma a livello di comunità, non si tratta certo di cattiva sorte ce ci ritroviamo così combinati. Così come non si tratta di sfortuna se l'africa è stata ridotta a preda del mondo sviluppato. C'è una volontà ferrea nel perseguire questi obbiettivi. Votati al male. Per niente fortuiti. Cercherò quegli "axis" di cui parli...
Ah, e, Viviana: non mi annoi mai.