Ormai sono
oltre due mesi che non scrivo. Ma non è per pigrizia (forse un po’ si) che lo faccio, si tratta di avere il tempo di focalizzare quel che si vuol dire, tenendo
ben presente che ci sono migliaia di blog che scrivono, molto probabilmente,
delle stesse cose, e siccome non sono alla ricerca di un’accondiscendenza, ogni
volta che mi si prefigura un’idea da buttar giù, ecco che mi viene in mente il tal
blog che, molto meglio di me, ha saputo scriverne.
La situazione
che si è configurata nel nostro pianeta è disastrosa, ma la situazione, nel
particolare italiano, lo è talmente da essere grottesca. L’informazione in rete
non aiuta, poiché proliferano informazioni contrastanti, un guazzabuglio di
notizie, di ricostruzioni, spesso anche ben architettate, credibili, ma che
celano, dietro quel velo di verità assoluta, un attacco ai valori che trova il
suo compimento nel complotto ad ogni costo, nello screditare tutto e tutti. Ad
esempio mi sono imbattuto in un filmato in tre parti (qua il canale dal quale è
tratto), dove si parte con una critica a Grillo, che può essere più o meno
fondata, ma non è questo il punto, e si finisce per tracciare una rete mondiale
di cospirazione che, partendo da Grillo, arriva al Bilderberg e alla
Trilaterale, rete nella quale sono coinvolte le Banche, dalla BCE al FMI
colluse con Casaleggio, Vodafone, il Club di Roma e chi più ne ha più ne metta.
La non facile
situazione politica che si è verificata, la riluttanza a trovare vere soluzioni
ai problemi, sta gettando nello sconforto milioni di persone, questo sconforto
è alimentato anche da chi vede, oppure più propriamente finge di vedere, il
complotto ovunque, dunque istiga a non fidarsi più di alcuno e perciò spinge a
non impegnarsi più in prima persona nella lotta quotidiana che ci dovrebbe
vedere uniti e solidali, partecipi di piccoli atti di civiltà, ed in prima
linea contro le politiche liberiste che ci stanno togliendo diritti ottenuti
con anni di lotte sindacali, alcune volte anche sanguinose. In più si degrada
ulteriormente la situazione economica con rincari indiscriminati, senza dare un
taglio là dove ci sono i reali sprechi, senza ridurre i privilegi della casta
politica, senza rinunciare a propositi infrastrutturali che non avrebbero
motivo di esistere se solo si prendesse in considerazione di recuperare ciò che
già esiste sul territorio, e si combattesse la mafia, si, la mafia, delle consulenze, del nepotismo,
del clientelismo.
Ad esempio
nel mio comune di residenza, si vorrebbe, e probabilmente lo si farà, costruire
una scuola nuova, di sana pianta, con relativo consumo di territorio, ed il
risultato sarà di avere un edificio che è già vecchio, prima ancora di essere
posata la prima pietra, ad un prezzo esorbitante, che ci indebiterà per venticinque anni
e che, con tutta probabilità, rimarrà una cattedrale nel deserto, al netto
della spudorata bugia di aver fatto una perizia sull’esistente; perizia che lo
ha dichiarato, guarda un po’, non ristrutturabile!
Cosa ci sarà mai dietro una simile caparbietà che, anche a livello Nazionale,
spinge a perseguire opere infrastrutturali devastanti, a costi che sono i più
alti d’Europa, anche in un momento come questo, nel quale si dovrebbero fare
scelte oculate? Semplicemente mafia, che in questo caso si è trasformata in
associazione legale allo scopo di favorire qualcuno al prezzo di privilegi o
soldi sottobanco; e per coltivare questo tipo di mafia legale, si deve mentire, ingannare, nascondere la realtà.
Non si tratta
solo di essere disillusi; si tratta di essere attivi e critici; purtroppo la
coerenza, spesso, viene meno a causa di scelte politiche di ideologia; ciò non
significa che, se anche ti ho votato, mi debba piacere tutto quello che fai; e
comunque non sono io l’incoerente, ma lo è chi dimostra coi fatti di non
perseguire l’ideale; e per cosa, per motivi di prestigio personale? Sarebbe
bello se, almeno qualche volta e nonostante il ruolo di potere ricoperto, si
ammettessero i propri sbagli e, come dire, si tornasse sui propri passi e
valutassero le alternative.
Quindi vorrei
solo dire di attivarsi, ognuno come può, convincendo i propri amici e
conoscenti ad interessarsi di qualcosa che, in definitiva, li riguarda in prima
persona, con disillusione ed a qualsiasi schieramento politico appartengano; di
non accontentarsi di una spiegazione, di non credere a tutto quel che viene
detto, ma di cercare di valutare da sé le implicazioni delle scelte politiche,
e di contrastarle ogni qualvolta esse vadano contro una scelta che veda il bene
comune e del territorio, inteso come ambiente, al centro dell’interesse
collettivo. Il benessere collettivo coincide col benessere individuale, sia a
livello locale che globale; il benessere individuale non coincide quasi mai con
quello collettivo, perché non se ne cura. Ecco perché è importante, ad esempio,
la raccolta differenziata: è un piccolo sacrificio, una scomodità, se vogliamo,
ma che porterà, e avrebbe già portato, immensi vantaggi al mondo intero, se per
attuarla si fossero combattute con ogni risorsa disponibile e con pervicacia,
le logiche affaristiche di chi commercia in immondizia facendola produrre
attraverso canali apparentemente leciti, e smaltendola illecitamente,
fregandosene dell’avvelenamento del territorio. Allo stesso modo non si avrebbe
mai dovuto rinunciare alla sovranità monetaria, in quanto ciò ha permesso alle
banche di diventare le padrone in casa nostra, di costringere gli Stati a
promulgare leggi, di asservire la politica ad esse. Quest’ultimo punto avrebbe
dovuto costituire di per sé la rottura con lo Stato Sociale, e provocare
rivolte e proteste. Ma nessuno, io compreso, capiva cosa stava succedendo alla
fine degli anni ’80, ed abbiamo lasciato fare.
È ora di smettere
di lasciar fare.