La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

sabato 17 settembre 2011

Smettere di lasciar fare


Ormai sono oltre due mesi che non scrivo. Ma non è per pigrizia (forse un po’ si) che lo faccio, si tratta di avere il tempo di focalizzare quel che si vuol dire, tenendo ben presente che ci sono migliaia di blog che scrivono, molto probabilmente, delle stesse cose, e siccome non sono alla ricerca di un’accondiscendenza, ogni volta che mi si prefigura un’idea da buttar giù, ecco che mi viene in mente il tal blog che, molto meglio di me, ha saputo scriverne.

La situazione che si è configurata nel nostro pianeta è disastrosa, ma la situazione, nel particolare italiano, lo è talmente da essere grottesca. L’informazione in rete non aiuta, poiché proliferano informazioni contrastanti, un guazzabuglio di notizie, di ricostruzioni, spesso anche ben architettate, credibili, ma che celano, dietro quel velo di verità assoluta, un attacco ai valori che trova il suo compimento nel complotto ad ogni costo, nello screditare tutto e tutti. Ad esempio mi sono imbattuto in un filmato in tre parti (qua il canale dal quale è tratto), dove si parte con una critica a Grillo, che può essere più o meno fondata, ma non è questo il punto, e si finisce per tracciare una rete mondiale di cospirazione che, partendo da Grillo, arriva al Bilderberg e alla Trilaterale, rete nella quale sono coinvolte le Banche, dalla BCE al FMI colluse con Casaleggio, Vodafone, il Club di Roma e chi più ne ha più ne metta.

La non facile situazione politica che si è verificata, la riluttanza a trovare vere soluzioni ai problemi, sta gettando nello sconforto milioni di persone, questo sconforto è alimentato anche da chi vede, oppure più propriamente finge di vedere, il complotto ovunque, dunque istiga a non fidarsi più di alcuno e perciò spinge a non impegnarsi più in prima persona nella lotta quotidiana che ci dovrebbe vedere uniti e solidali, partecipi di piccoli atti di civiltà, ed in prima linea contro le politiche liberiste che ci stanno togliendo diritti ottenuti con anni di lotte sindacali, alcune volte anche sanguinose. In più si degrada ulteriormente la situazione economica con rincari indiscriminati, senza dare un taglio là dove ci sono i reali sprechi, senza ridurre i privilegi della casta politica, senza rinunciare a propositi infrastrutturali che non avrebbero motivo di esistere se solo si prendesse in considerazione di recuperare ciò che già esiste sul territorio, e si combattesse la mafia, si, la mafia, delle consulenze, del nepotismo, del clientelismo.

Ad esempio nel mio comune di residenza, si vorrebbe, e probabilmente lo si farà, costruire una scuola nuova, di sana pianta, con relativo consumo di territorio, ed il risultato sarà di avere un edificio che è già vecchio, prima ancora di essere posata la prima pietra, ad un prezzo esorbitante, che ci indebiterà per venticinque anni e che, con tutta probabilità, rimarrà una cattedrale nel deserto, al netto della spudorata bugia di aver fatto una perizia sull’esistente; perizia che lo ha dichiarato, guarda un po’, non ristrutturabile! Cosa ci sarà mai dietro una simile caparbietà che, anche a livello Nazionale, spinge a perseguire opere infrastrutturali devastanti, a costi che sono i più alti d’Europa, anche in un momento come questo, nel quale si dovrebbero fare scelte oculate? Semplicemente mafia, che in questo caso si è trasformata in associazione legale allo scopo di favorire qualcuno al prezzo di privilegi o soldi sottobanco; e per coltivare questo tipo di mafia legale, si deve mentire, ingannare, nascondere la realtà.

Non si tratta solo di essere disillusi; si tratta di essere attivi e critici; purtroppo la coerenza, spesso, viene meno a causa di scelte politiche di ideologia; ciò non significa che, se anche ti ho votato, mi debba piacere tutto quello che fai; e comunque non sono io l’incoerente, ma lo è chi dimostra coi fatti di non perseguire l’ideale; e per cosa, per motivi di prestigio personale? Sarebbe bello se, almeno qualche volta e nonostante il ruolo di potere ricoperto, si ammettessero i propri sbagli e, come dire, si tornasse sui propri passi e valutassero le alternative.

Quindi vorrei solo dire di attivarsi, ognuno come può, convincendo i propri amici e conoscenti ad interessarsi di qualcosa che, in definitiva, li riguarda in prima persona, con disillusione ed a qualsiasi schieramento politico appartengano; di non accontentarsi di una spiegazione, di non credere a tutto quel che viene detto, ma di cercare di valutare da sé le implicazioni delle scelte politiche, e di contrastarle ogni qualvolta esse vadano contro una scelta che veda il bene comune e del territorio, inteso come ambiente, al centro dell’interesse collettivo. Il benessere collettivo coincide col benessere individuale, sia a livello locale che globale; il benessere individuale non coincide quasi mai con quello collettivo, perché non se ne cura. Ecco perché è importante, ad esempio, la raccolta differenziata: è un piccolo sacrificio, una scomodità, se vogliamo, ma che porterà, e avrebbe già portato, immensi vantaggi al mondo intero, se per attuarla si fossero combattute con ogni risorsa disponibile e con pervicacia, le logiche affaristiche di chi commercia in immondizia facendola produrre attraverso canali apparentemente leciti, e smaltendola illecitamente, fregandosene dell’avvelenamento del territorio. Allo stesso modo non si avrebbe mai dovuto rinunciare alla sovranità monetaria, in quanto ciò ha permesso alle banche di diventare le padrone in casa nostra, di costringere gli Stati a promulgare leggi, di asservire la politica ad esse. Quest’ultimo punto avrebbe dovuto costituire di per sé la rottura con lo Stato Sociale, e provocare rivolte e proteste. Ma nessuno, io compreso, capiva cosa stava succedendo alla fine degli anni ’80, ed abbiamo lasciato fare.

È ora di smettere di lasciar fare.



16 commenti:

  1. Concordo con tutto il senso del tuo discorso. Resto confuso sul punto che riguarda la sovranità monetaria. Ho letto su internet e su giornali tanto sull'argomento, e in qualche modo ho insegnato economia per tanti anni. Ma credimi un discorso convincente non l'ho sentito e neanche sono in grado di farlo in una direzione o in un'altra. Non si doveva fare l'Euro? Si doveva farlo in altro modo? E' meglio lasciar perdere con l'Europa? Uno stato può fare tutti i debiti che vuole e come vuole, tanto poi può stampare moneta senza creare danni ai suoi cittadini? Sono tutte domande che mi restano nella zucca e a cui non riesco a rispondere. Non prendere questa mio commento come una provocazione, magari lo fosse, e solo una ammissione di disperazione.
    ciao

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  2. Ciao Roby ben tornato, ogni cosa che hai scritto mi trova in completo accordo. Basta lasciarli fare, tutti a casa destra sinistra centro amministrazioni pubbliche, tutto ciò che ha portato questo Paese alla distruzione. Basta ai centri di potere delle Marcegaglia, Marchionne, Draghi.....

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  3. Bentornato Roberto, anche io ho avuto vari momenti di silenzio come Blogger, una volta anche più di un anno di silenzio ... sentivo che era inutile quello che scrivevo e che non ci sarebbe mai stato un cambiamento. Ora da qualche mese sono più assiduo e ho acquisito nuova linfa. La situazione è disperata e ogniuno deve fare la propria parte per volere un cambiamento, malgrado tutto quello che hai ben descritto ...

    un saluto e a presto :)

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  4. Io mi sono accorto che l'italiano non ha mai asvuto un buon rapporto con lo STATO. Non ha mai capito che anche lui ne fa parte. Sono giovane ma ho quotidianamente molti esempi davanti agli occhi per capire che qui il senso civico è inesistente e se capita che qualcuno ce l'abbia, viene additato dagli altri come pecora nera.

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  5. Ciao Roby e come non essere d'accordo! In Italia l'arte del "lasciar fare" è assurta a filosofia di vita, ne abbiamo fatto quasi una scienza.
    Il bel risultato è quello che vediamo, a furia di stare alla finestra, abbiamo permesso che anni di avanzamento anche etico e filosofico e sicuramente sociale, venissero vanificati.
    Oggi manca proprio il retroterra, la cultura alternativa ed una una proposta diversa.
    Trovo condivisibile anche quel che dici rispetto al "complotto ad ogni costo".
    È doveroso ed importante imparare a guardare anche dove il potere non vuole farci vedere nulla, negli angoli nascosti dove preparano e confezionano i bei pacchi che poi ci regalano.
    Ci sono cose che dobbiamo cercare di comprendere ed altre che, invece, rischiano di essere inutili esasperazioni.
    Buona domenica e un abbraccio :-)
    Namastè

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  6. è dura si partecipare fattivamente pe gli italiani dopo che per anni hanno demandato tutto agli altri, alle associazioni, ai partiti e ai sindacati... e questi glie lo hanno sempre messo in quel posto senza neanche usare la vaselina. Mala tempora currunt, povera italietta.

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  7. Discorso molto complesso con molta carne al fuoco. Io mi soffermo sulla moneta europea. Credo si dovesse fare prima una vera unità politica e poi economica, in modo che fosse la politica (quella alta, ovvio) a dettare le regole all'economia e non il contrario. Così non è stato, e queste sono le conseguenze: strapotere delle banche, circolazioni delle merci e non dei liberi cittadini ... merci che resteranno invendute, poi ...

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  8. @Francesco; provocazione? Assolutamente no! Anzi, credo che se anche tu, che hai insegnato economia, trovi che ci sia confusione in questo passaggio sulle banche, allora vuol dire che stiamo proprio messi male. Da profano, io penso solo che le banche, con il dovuto appoggio politico interessato, fatto da persone molto vicine ai loro dirigenti, hanno acquisito l'enorme potere di indirizzare le politiche degli Stati, naturalmente a loro favore; su questo non ci sono dubbi; così come non ci sono dubbi che la sovranità monetaria non è più degli stati, ma di chi la emette, cioè le banche.

    @I am; sarebbe ora di smettere di lasciarli fare, ma senza la coesione sociale che necessita per il cambiamento è impossibile; ci stiamo condannado da soli.

    @Niente Barriere; garzie del bentornato, ma è ancora presto per dirlo. Sono felice per te: che tu abbia acquisito nuova linfa è una bellissima notizia che mi fa ben sperare anche per me e tutti quelli che ancora si sentono un po giù. Al momento cerco di spendere quel po'di energie nelle politiche del mio comune; ma è come lottare contro i mulini a vento, nonostante l'impegno profuso anche dagli altri attivisti (invero pochi, sigh!) nel contrastare scelte economiche/politiche disastrose.

    @Inneres Auge; non hai idea di quanto mi trovi d'accordo questo tuo commento; caro Matteo, questo è, se non il primo, uno dei punti fondamentali del mio scoramento. Mi sono permesso di citarlo per intero (visto che non è troppo lungo) in un mio commento su questo blog.

    @Rosa; visto lo sfacelo, direi mentale, al quale è stato sottoposto il cosiddetto elettorato, hanno trovato facile compimento i propositi élitari di cancellare i diritti conquistati in decenni di lotte sociali. Quelle teorie complottistiche, nella maggior parte dei casi, non fanno altro che accrescere l'ansia e confondere ancora di più chi le affronta con poco discrimine; penso siano create allo scopo, poi trovano facile terreno in quelli che ci cascano ed , a loro volta, continuano la rete di complotti collegando anche l'impossibile; un guazzabuglio dal quale non se ne esce. Penso invece che la questione sia molto più semplice di quanto non si creda. La chiave di volta è la consapevolezza personale che confluisca in quella sociale. Pensa se mi sbagliassi! Un abbraccio anche a te. Namastè.

    @nonno Enio; mio Dio! Quanto hai ragione! Non capisco neppure io perché ciò mi fa disperare così tanto. Non riesco a farmene una ragione.

    @Alligatore; questo si chiama centrare il problema. Il tuo commento risponde, non so se in parte, ma mi sembra abbastanza centrale come argomento, all'interrogativo di Francesco (il primo commento). Chi avrà spinto per avere un'unità monetaria ancor prima di averne una politica, ben sapendo che da questo avrebbe potuto avere enormi vantaggi? Il risutato ce lo abbiamo sotto gli occhi.

    Grazie a tutti, amici, di esserci. Piano piano cercherò di restituire l'enorme cortesia, il piacere immenso che mi hanno fatto i vostri commenti.

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  9. Qui il micione e la tastiera...secondo me ha un significato vero?

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  10. Ah, vedo che anche un blogger che insegna economia e che si sente confuso. Questo significa che REALMENTE i neoliberisti hanno sporcato le acque e indirizzato le menti nelle scuole di economia.
    Su cosa sia la sovranità monetaria non dovrebbero esserci dubbi.
    CHI EMETTE MONETA HA LA SOVRANITA' MONETARIA.
    L'Europa è un mix di potentati finanziari e burocrati non eletti, da qui il Trattato di Lisbona.
    Noi italiani chiacciati in mezzo a dare sangue per un debito che dicono sia di 1900 milioni di euro, ma che in realtà è meno, molto meno. Quindi l'idea di ristrutturarlo (tipo Islanda? non lo so non sono un economista). Da ultimi dati i BOT E CCT in mano a italiani somma a 190 milioni. Cifra ragguardevole ma solo un decimo di quella che ci dicono avere.
    Una buona scusa un debito del genere per possederci, per prendere il nostro Fort Knox (la quarta riserva aurifera del Mondo) e magari tutte le nostre ricchezze artistiche e magari usare il nostro suolo il nostro territorio per operazioni finanziarie/territoriali.
    Usandoci come schiavi.
    Siamo una bella piattaforma strategica nel Mediterraneo a contatto con il centro Europa. I cinesi ci stanno pensando. Tanto a loro della fine del mondo non gliene importa nulla.
    Passare dall'egemonia culturale americana a quella cinese NON CI TENGO.
    Piuttosto mangio pane secco e bevo acqua, ma vivo qui nella mia italianissima e millenaria cultura italiana, estromessa dai GRANDI ma serena. Se ci lasciano. ma non credo.

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  11. Sono andato a vederli, i filmati in questione. Che la costruzione della teoria complottista in cui Grillo è poco meno che il capo della Spectre faccia ridere, mi sembra un'osservazione sensata.
    Però ho verificato alcune informazioni contenute nei filmati e, devo dire, che le informazioni contenute sono vere (almeno quelle che ho controllato).
    Allora mi domando: che Grillo non parli di certi argomenti (tipo la Casaleggio e Associati) non mi sembra un reato; quanta parte di verità, però, è contenuta nei filmati in questione?
    Dici che bisogna essere uniti per lottare e questo, in linea di principio è giusto: l'unione ha sempre fatto la forza (almeno, dei più deboli).
    Il problema, oggi, è che di proteste e di motivi per farle ce n'è a strafottere: Tav, lavoro, diritti, Dal Molin... Il potere combatte contemporaneamente su tutti i fronti, noi non ci riusciamo, perché non siamo ancora riusciti a elaborare una strategia che ce lo permetta e finché non la troveremo saremo sempre fregati: possiamo vincere le battaglie, ma siamo destinati a perdere la guerra.

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  12. @Daniela; riguardo all'immagine che ho scelto, diversa sul Blog Drome, non è che hanno un significato che si combina, più che altro, quando l'ho postato qui, pensavo ad un'immagine che mi descrivesse in quel momento; diciamo che trovandola mi ci sono rispecchiato: un po arrabbiato, diciamo furente ma calmo. Invece molti minuti dopo, al momento della pubblicazione sul Blog Drome, mi sentivo più come quello che non usava la tastiera da mesi, avendola lasciata alla polvere ed all'uso di chi, come nella figura, non si fa remora di riversarci di tutto... Penso che il concetto che hai espresso, la piattaforma strategica, sia , se non azzeccato in pieno, molto vicino alla realtà nostra: siamo terra di conquista, un boccone ambito.

    @Bastian Contrario; hai dannatamente ragione, purtroppo. Ma cosa si può fare, anche se nel proprio piccolo, se non continuare a dimenarsi per divincolarsi dalla stretta che ci sta soffocando? Io dico che si debba diventare partecipi, per lo meno, della vita politica locale, invitando, convincendo, spronando a farlo, tutti gli amici e conoscenti: se aumenta la parte di cittadinanza attiva, ci avviciniamo ad una forma di dimenarsi meno scomposta, e via via si incrementa la partecipazione. Dobbiamo arrivare a spezzare i legami mafiosi, o similari, che legano la politica all'economia a cominciare dalle realtà locali...O perire nel tentativo. Non voglio morire senza essere apposto con la mia coscienza. Tutto qui.

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  13. Son passata per ingraziarti d'aver messo la tua faccia da me...metterci la faccia,oggi , non è mica cosa da poco.
    Ripasserò a leggerti con molto interesse; oggi affogo nei "post-non-letti" a causa di problemini informatici degli ultimi giorni:sono più o meno una scarpa, in materia.
    Grazie ancora.
    Sandra

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  14. Che dirti caro? più che darti ragione non posso fare altro...E' ora che gli italiani (TUTTI) si tirino su le maniche, si prendano le loro responsabilità, smettano di delegare gli altri...e cominciano a fare delle scelte ben precise ...e votare bene...
    http://moleskyne.wordpress.com/2011/05/08/liberta-2/

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  15. Ricambio la gradita visita: in quanto allo smettere di lasciar fare pare che il 12 gli occupanti del Teatro Valle andranno ad occupare la Banca d'Italia. L'hanno comunicato su twitter, speriamo bene. A presto!

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  16. Non ci faremo tutti comunisti
    ma nemmeno comunardi e
    tantomeno ci dovremo
    comunicare e far scomunicare
    siamo già insieme accomunati
    in comunelle e mulinelli
    di comune gente scomodatasi
    per trovare minimi comuni
    multipli e massimi comuni
    divisori e comunicatori
    questo globo in accomandita
    datoci da un socio riservato
    sta finendo i combustibili
    e asfissiando il comburente
    senza uno scopo commendevole
    siamo invece tutti commensali
    amanti d’ostriche e caviali
    come di cavoli e patate
    purchè debitamente gratinati
    come faremo a commutare
    questa impresa commerciale
    destinata alla chiusura
    in un mercato comunale
    rifornito allegramente
    con dovizia incomparabile
    senza accapigliarci in comitati

    Marco Sclarandis

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