La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

venerdì 16 luglio 2010

Sintonia


A mio parere, l'unica maniera per risollevare le sorti dell'umanità è quella di rinunciare al privilegio. Ovviamente vale per chi ne ha. Si tratta infatti di ristabilire un equilibrio che si è ormai perso. Tutti, o molti comunque, godono di qualche privilegio; non sto parlando delle comodità come avere il negozio sotto casa, o avere un lavoro gratificante, no; sto parlando di come, eventualmente, queste comodità sono state ottenute: possono infatti essere state ottenute attraverso vie privilegiate che, per ottenere questo o quello, richiedono un tornaconto meramente speculativo.
Sto andando nel terreno utopico dell'empatia e del buon senso. E quindi voglio fare un esempio.
L'altro giorno, ho sentito uscire dalla bocca del Presidente del Consiglio una delle cazzate più grosse che abbia mai enunciato. Il concetto - le parole esatte non le ricordo - è che chiedere la fiducia per far passare una legge, non è un atto di prevaricazione, ma bensì un atto di coraggio. A suffragio di questa geniale tesi, ha spiegato che l'atto di coraggio si colloca nel rischio intrinseco che, se il parlamento non da la fiducia, loro se ne vanno a casa. Questa casta di privilegiati, non si stanca di prenderci per il culo. Poiché: con una legge elettorale definita porcata dal suo "inventore", la maggioranza ha potuto costruirsi il parlamento a suo piacimento; potranno mai voler andare a casa, tutti coloro che sono stati privilegiati da questa legge elettorale porcata, e che ben si collocano all'interno del governo? Domanda retorica. Ergo, voteranno la fiducia a qualsiasi legge; ergo chiedere la fiducia per una legge, mai come ora, è un atto di prevaricazione.
Questi signori sono in perfetta sintonia tra di loro, sono privilegiati, si scambiano favori per un mero tornaconto speculativo. E non sto parlando solo di chi è ora al governo. Tra loro sono in perfetta sintonia.

 
La sintonia manca tra la gente. Infatti, nell'impossibilità di dare e ricevere privilegi, la gente è spinta ad anelarli, in un gioco perverso di invidie (tra di noi) e sapienti manomissioni mediatiche delle notizie (create ad arte da chi di dovere); notizie che vengono date senza senso critico, in modo che non ci sia una cognizione di causa. Ma quando si perde la sintonia, quando la si perde del tutto - e ci siamo ad un passo - diventa un gioco pericoloso, anche se, certo, non altrettanto pericoloso per le classi abbienti.
La sintonia che ci potrebbe essere tra noi persone "normali" è l'unica cosa che ci può salvare dalla barbarie; quella barbarie che ha portato all'epilogo di Piazzale Loreto, che ha macchiato di orribili delitti anche gente che altrimenti ne avrebbe fatto a meno.
Ognuno di noi - basterebbe essere un po' più svegli - sa di cosa ha bisogno, oltre a lui, il suo simile ed il territorio in cui vive; sa quali sono le problematiche, quelle vere, che affliggono il suo ambiente, inteso come luogo in cui vive e lavora: basta non foderarsi le orecchie per non sentire e gli occhi per non vedere; non lasciarsi, in pratica, condizionare la testa da parole dette da gente che si vuole solo promuovere al semplice scopo di mantenere i suoi privilegi. È ora di mandare a casa tutti questi personaggi che promettono e puntualmente non mantengono, anzi, di più! Bisogna mandarli a casa e fargli pagare il conto di tanta inettitudine e menefreghismo! Essi non hanno alcun rapporto con la vita reale di noi poveri mortali; l'unico rapporto è il loro tornaconto: tutto il resto gli rimbalza. Il loro interesse per ciò che realmente accade a noi è pari a zero. È per questo che si rende necessario azzerare il privilegio; forse così facendo - non essendoci più privilegi per nessuno - si ristabilirebbe una sintonia tra le persone che le spingerebbe ad occuparsi meglio, o comunque più proficuamente, della cosa pubblica, ristabilendo una politica partecipativa alla vita della comunità civile con un interesse rinnovato e positivo.
Sono sul campo minato dell'utopia e dell'ideologia nella quale ognuno cerca e si interessa per il bene comune. Sono sul terreno - oggi impraticabile - dell'empatia e del buon senso; quel buon senso che, se condiviso ed applicato, eviterebbe guerre, carestie, soprusi ed ogni genere di prevaricazioni che oggi subiamo; subiamo noi, ed ancor più di noi, popoli non lontani; che pagano per noi, col sangue, il nostro benessere.

12 commenti:

  1. Rinunciare al privilegio? In effetti se guardassi chi i privilegi non li ha mai avuti (penso a coloro i quali vivono nel 'terzo mondo' ad esempio), scopriresti che sono felici. Non hanno nulla eppure sono contenti.

    RispondiElimina
  2. Caro Matteo, non so se sono contenti; certo è che è una vergogna per i popoli più evoluti permettere una simile diseguaglianza. Ovviamente, la rinuncia al privilegio, vale per chi ne ha. Sono consapevole del termine utopico del mio discorso, e forse dovrei un po' svegliarmi dalla mia ingenuità... Ma che ce posso fa'!

    RispondiElimina
  3. D'altronde ognuno tira l'acqua al suo mulino

    RispondiElimina
  4. Eh! L'uomo di sogni si nutre! Coltivando utopie è arrivato dov'è; continuando a sperare non perirà; credendo in ideali sani costruirà un mondo migliore. O lo distruggerà definitivamente!
    R.B.

    RispondiElimina
  5. LO SO! MA ARRIVATI ALLA MIA ETA' SO ANCHE CHE MOLTO SPESSO, TROPPO SPESSO, NON DI SOGNI O UTOPIE SI TRATTA, MA DI ILLUSIONI.:-(
    IO NE HO COLTIVATE TANTE, LE TROVERAI CREDO NEL MIO LIBRO.

    RispondiElimina
  6. L'hai già usata tu la parola più azzeccata: UTOPIA! Scusa il pessimismo, ma sono fortemente delusa dalla razza umana, vivo la sfiducia allo stato più estremo.

    RispondiElimina
  7. Grazie del sostegno, Maraptica, e vorrei dirti che utopia non è sinonimo di irrealizzabile, ma bensì di qualcosa a cui tendere per migliorare. Siamo in tanti ad essere sfiduciati, e credo sia proprio questo il momento di raccogliere le forze e confidare in quelle per andare avanti: essere noi il cambiamento. Dobbiamo, a tutti i costi, trovare la sintonia, quel qualcosa che ci unisce, che ci permetterà di perseguire un obbiettivo comune: un mondo migliore!

    RispondiElimina
  8. " Un'utopia è un progetto o la sua realizzazione (prevista o attuale), quando questi si propongano come idealisticamente desiderabili e dotati di valore. Può anche indicare una meta intesa come puramente ideale e non effettivamente raggiungibile; in questa accezione, può avere sia il connotato di punto di riferimento su cui orientare azioni pragmaticamente praticabili, sia quello di mera illusione e di falso ideale. L'utopista, sia come coniatore di utopie sia come semplice propugnatore, può quindi essere tanto colui che costruisce le sue preferenze e le sue scelte ideologiche esimendosi dallo studio e dalla comprensione della realtà e delle sue dinamiche, quanto colui che indica un percorso che ritiene al contempo auspicabile e pragmaticamente perseguibile. Benché non sia un costituente essenziale del concetto di utopia, molte utopie presentano un carattere universalista; esistono, però, anche utopie di natura settaria o comunque non inclusiva. Nell'uso comune, utopia e utopismo sono spesso associati al velleitarismo."(Wikipedia).
    Tradotto: utopia =illusione/sogno.

    RispondiElimina
  9. Esatto, Luigi. Grazie per questa tua chiarificazione sul significato della parola.
    Il velleitarismo che spesso è associato alla parola "utopia", è dovuto all'eccesso di uso che se n'è fatto a scopi appunto vacui o vani. Ma, se prendiamo la parte migliore delle cose - in questo caso delle parole - ci accorgiamo che l'utopia può invece essere il progetto iniziale col quale portare avanti un'idea. Coltivare un sogno, quando questo è positivo per la comunità, significa puntare ad un progetto che farà bene, non senza cambiamenti ed apporti di altri pensieri, ma comunque volto al bene comune. Ce n'è tanto bisogno!

    RispondiElimina
  10. Se pur sfiduciata, nel mio piccolo, cerco sempre di migliorarmi e di migliorare il mondo che mi circonda. Vorrei, qualche volta, trovare mani che si stringono alle mie, capaci di collaborazione. Pensieri sinceri e voglia di preservare il tutto che in cui viviamo. La mia sfiducia parte dal senso di solitudine che spesso mi sento addosso, non trovo la collaborazione di cui parli. Sono poche le persone che ritengo davvero coerenti con la propria parola e con i prori ideali. Persone "integre" si contano sul palmo di una mia sola mano. Ma si, la speranza è sempre l'ultima a morire.

    RispondiElimina
  11. Queste tue parole pur nella loro dolcezza sono piene di sconforto; eppure descrivono così bene anche il mio stato d'animo. La collaborazione di cui parlo è merce assai rara, lo so. Ma so anche che non si può prescindere da essa per costruire qualcosa che abbia un valore realmente utile a tutti. Se e quando dovessi accorgermi che tutti gli sforzi fatti ed i discorsi fatti per perseguire il fine saranno stati vani, allora almeno non avrò rimpianti: perché ci ho provato; anche se avrò vissuto senza quelle mani che aneliamo si stringano alle nostre, nell'umano bisogno di collaborazione, di calore e amore. Un abbraccio, Maraptica.

    RispondiElimina

Non scrivo molto, ma è molto il piacere nel leggere come la pensa chi mi legge. In questo piccolo spazio web è gradito l'intervento di tutti, anche anonimi e/o contrari alle cose che penso e scrivo, poiché è attraverso il confronto tra idee diverse che ci può essere una crescita intellettuale volta alla soluzione dei problemi. Tuttavia non sono graditi spam, turpiloquio offensivo ed attacchi gratuiti.