La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

giovedì 4 marzo 2010

Tutti facciamo parte del mondo


Conoscere se stessi. Cosa significa? Sono[io] il risultato di un incrocio di geni, ambiente e culture, o veramente dentro di me esiste un "se" particolare, unico, che con la ricerca interiore potrei portare alla luce? Molte volte mi sono chiesto se facciamo tutti parte di un'unica coscienza. Se così è, non si capisce perché non ci si adopera tutti per il bene di tutti. Vuol forse dire che questa coscienza è stata seppellita in qualche angolo oscuro del nostro essere. Tuttavia non riesco a capire come ciò sia stato possibile. E' più facile credere che siamo un intreccio di DNA con influenze ambientali e culturali, che cerca di adattarsi alle circostanze, senza troppo domandarsi se quello che combina ha degli effetti buoni a cattivi, salvo nell'immediato, e, talvolta, anche in questo caso, soprassedendo disinvoltamente. Un animale, con in meno la capacità di integrarsi nell'ambiente: una specie invasiva perennemente fuori dal suo habitat.

Nello svolgersi della vita, non si deve credere che ognuno possa fare le scelte che più gli aggradano senza tenerne presente le implicazioni.

Se non facciamo tutti parte di un'unica coscienza - come a quanto pare è assai più probabile - allora il destino dell'uomo è segnato. Il continuo agire a fini egoistici, che fino ad ora ha caratterizzato le azioni di governi e gruppi di potere a vario titolo, ci porterà ad una vita sempre più difficile in condizioni ambientali sempre più critiche. La coscienza di cui parlo è una cosa che riguarda l'uomo e l'ambiente, in modo assai più superficiale di quanto non si possa credere. Non voglio parlare di spirito, anima, o altre cose che, senza a loro nulla togliere, non fanno ormai più parte del sentire collettivo. Vorrei solo parlare di buonsenso. A quanto pare, anche il buon senso è andato a farsi benedire. Non ci si vuole più bene tra la gente. Non c'è un minimo di disciplina in nulla. Le cose si fanno perché e di moda, e si infrangono le regole perché così fan tutti: se non sei furbo non arrivi da nessuna parte. Salvo poi, che non arrivi da nessuna parte comunque, perché chi arriva a dei veri vantaggi furbescamente, commette reati assai più gravi che gettare la lattina per strada o scavalcando la fila dal panettiere. Ad esempio, non si spiega, nonostante si sappia molto bene che l'alta velocità in automobile, soprattutto nei centri abitati, sia pericolosa, come mai si continua ad avere fretta di arrivare un minuto prima, con le conseguenze che tutti sappiamo. Mancanza di buon senso.

Proporrei di fare automobili più lente.

Il problema che voglio affrontare è il dilagare dei comportamenti scorretti e peggio ancora sbagliati nei confronti persino di se stessi. Non mi rivolgo direttamente a chi legge questo blog, ma indirettamente, attraverso chi lo legge, proprio a chi non lo legge. Anzi, a chi non legge proprio niente. È da un po' che io cerco di farlo a mia volta. Quando leggo qualcosa di buono su un qualche blog, ma anche su internet o sul giornale, oppure un libro, cerco di insinuare nei miei vicini, conoscenti ed amici, la curiosità del conoscere meglio ciò che ci circonda. Spingerli a leggere, informarsi. Riscoprire quel buonsenso perduto che tanto manca alla nostra società. Con questo non voglio dire che io sono un genio, anzi, spesso invece, proprio parlando con altri, capisco cose che da solo non capivo. Ma è il dibattito, lo scambio di idee che cerco. Proprio il contrario di ciò che c'è ora: l'ammutolimento, quando non l'appiattimento - assai più frequente - dell'informazione. Ci stiamo accontentando di quello che c'è senza vedere che presto non ci sarà più, e nella nostra cecità noi periremo con esso.

Conoscere se stessi. Delle due l'una: quando finalmente ci si conosce, o ci si auto-sputa in un occhio o si comincia a pensare al bene di tutti. Quando si sceglie di aggirarsi in mezzo agli altri, senza fare nulla per avere un approccio positivo, si deve comunque sapere che questo avrà una conseguenza negativa su tutti. Tanto più negativa quanti più saranno quelli che faranno così. E oggi sono tanti. La coscienza collettiva è superficiale e limitata alla percezione ( spesso falsa) di essere in tanti a fruire di un determinato servizio o a seguire un determinato programma o evento sociale. Non c'è la percezione, per i più, di vivere lo stesso momento storico, con le sue problematiche; non si arriva a capire che il problema che affligge un mio vicino, presto potrebbe essere anche un problema mio, e quindi andrebbe subito trattato come tale. E' come una specie di omissione di soccorso mondiale. Se qualcuno non si ferma a soccorrere una persona che sta male è penalmente perseguibile, ma se uno stato non fa niente per aiutare delle persone che fuggono per non morire, non succede nulla, anzi qualcuno applaude. Non c'è una presa di posizione eclatante o netta da parte di tutti. Che si fa quando uno stato invade un altro stato con false motivazioni (ammesso che ce ne siano di valide)? Che si fa per l'indifferenza che invade gli animi della gente? Glielo facciamo leggere Antonio Gramsci? Si accettano consigli e suggerimenti.

16 commenti:

  1. Sono un po stanco di fare post sulla politica ed anche se in questi giorni si sono verificati fatti importanti, ho scelto di indirizzare l'attenzione ad una riflessione interiore, che coinvolge comunque il contesto in cui ci troviamo. Diciamo che a scrivere di questo mi aiuta a riflettere. Chiedo scusa per la banalità. Voglio dedicare questo video
    a tutte le donne, e sono convinto che se avessero un ruolo di rilievo nella gestione dello stato, staremmo tutti meglio.

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  2. Anche io sono stanco di scrivere cose riguardanti i nostri cari politici e la loro merda. Le riflessioni sono importanti e tu ne fai di pertinenti con il periodo in cui stiamo vivendo.
    Gramsci è troppo pericoloso da leggere, così come certi film sono pericolosi e non si possono trasmettere. Eppure rete4 ha trasmesso Arancia Meccanica! Proprio la rete dell'allegria e del partito dell'amore che problemi non ha!
    La coscienza collettiva va bene per gli ovini ma per noi no.
    Io ho sempre più spesso la sensazione di essere nato in un'epoca sbagliata, che non ha nulla di ciò che io considero 'sacro' e degno di una vita umana.

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  3. Ciao Roby spero non ti dispiaccia, sono passato anch'io a trovarti.
    Credo che questa ricerca del buonsenso, questa forma di partecipazione attiva, questa rinascita popolare per sapere, sapere essere e saper fare alla quale ti appelli in questo tuo bel post, si stia assopendo sempre di più a causa dell'imbarbarimento culturale derivante dalla tv e da tutti quei mezzi di distrazione di massa. O ci rendiamo conto che bisognerebbe insegnare a questa gente, che ciò che deve avere più a cuore è il PIL ed il deficit pubblico, e non "le nomination" e i reality, o qui non andremo da nessuna parte. Anzi, andremo sempre peggio.
    Ciao, e a presto.

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  4. Tralascio i quesiti esistenziali, che mi appassionano moltissimo, ma che richiederebbero un commento più lungo di quelli che faccio di solito e che sono già eccessivi.
    La presa di coscienza del nostro destino comune, dell'interdipendenza dei nostri destini è importantissima, l'abbiamo sfiorata e toccata più volte nel nostro blog ed effettivamente è un punto centrale nella nostra epoca e nella nostra società. In altri periodi, in piccole comunità, probabilmente, era più immediata la percezione della comunità dei destini e quindi veniva spontaneo avere un atteggiamento più empatico, più solidale, più partecipativo, quale quello che auspichiamo. Oggi invece i nostri destini sono globalizzati, magari non in tutti i loro aspetti, ma in molti si, la percezione di questo destino comune, invece, vi è solo in pochi individui.
    Cosa fare dunque? Credo che questa sia una delle più grandi sfide attuali, una delle cose più difficili da realizzare, eppure l'unica in cui veramente possiamo agire in maniera molto concreta. Come giustamente dici tu, l'atteggiamento con cui accogliamo o rifiutiamo gli altri, influisce sull'atteggiamento degli altri a catena, dunque il nostro piccolo, in questo caso, non è così piccolo.
    Il fatto di parlarne, di riconoscerlo, di comportarsi di conseguenza, avrà come conseguenza, tra l'altro, anche l'aumento di probabilità che anche chi ci sta intorno si regoli in questa maniera.
    Indipendentemente dal tuo post, questa mattina facevo delle considerazioni che ora mi sembrano avere molto a che fare con queste considerazioni e cioè che dovremmo iniziare a puntare meno il nostro sguardo sulle cose che non vanno (mantenendo sempre viva comunque la nostra capacità di vederle e la nostra tensione a cercare una soluzione) e puntarlo di più sulle cose positive. Individuare le molte associazioni che hanno fatto propria una coscienza comune ed uno degli aspetti coinvolti. C'era in proposito, quel bel filmato di Pawl Hawken che ci aveva segnalato Daniela nel suo post. Magari entrare a far parte di qualcuna di queste realtà, collaborare in qualche maniera, essere pronti comunque ad essere anello di collegamento tra le energie positive che scorrono intorno a noi.

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  5. caro Roby B, grazie per la dedica: purtroppo ci sono esempi di donne molto più "malvage" degli uomini, laddove hanno cercato di superarli (vedi la Thatcher, la Condoleezza Rice, la Tzipi Livni etc).
    non vuoi parlare della politica fatta dai partiti, ma le relazioni sociali sono anch'esse politica (quando toccano quello che tutti ci dovremmo dividere... ed essere considerati uguali e non sudditi deficienti, vabbhè!);
    l'omologazione ha portato a rifiutare le diversità di ognuno (e di conseguenza a mancare di rispetto verso l'altro), perchè succubi della paura che l'autoritarismo incute: la colpa non è, secondo me, solo del cittadino che non si informa, se non gli vengono dati i mezzi per farlo!

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  6. Che strano anche a me è passata la voglia di scrivere o pubblicare politica ...

    per il resto quoto matteo , ciao roby

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  7. Carissimi, i vostri commenti mi rincuorano, e mi fanno, comunque vadano le cose, sperare in un futuro. Nel commento di Matteo, ravvedo lo stesso mio rammarico riguardo al degenerare della nostra epoca, ma la presa di coscienza è molto importante, ed è così che dovremmo essere in grado di rimediare all'imbarbarimento ravveduto da CogitoergoVomito, ma anche da tutti noi, dovuto in larga parte da un'informazione asservita.
    Ringrazio immensamente Obbie per aver Commentato anche in questo mio spazio personale così come da mia richiesta. E spero che tutti voi che mi sostenete andiate a leggere il post che consiglia, ed il video, se non lo avete ancora visto: veramente emozionanti entrambi.
    Ad Angie vorrei solo dire che ho molta fiducia nell'operato delle donne. Credo che gli esempi che hai fatto siano quelli negativi e rari che, purtroppo, la storia, sapientemente manipolata dall'uomo, ci ha ragalato, e nel contesto di oggi credo fermamante anche io, come ho anche detto in altri post, che se non viene data l'opportunità di migliorare, le masse che si informano o cercano l'affrancamento culturale da se, non si sono mai viste. La mente sveglia ed attenta di cui parla Obbie, purtroppo non è appannaggio di tutti, ma penso che, dandogli i mezzi, chiunque potrebbe ragionare con la sua testa, e vedere i problemi. Il punto è proprio che non fa comodo al potere. Infatti, come dice Matteo, Gramsci è pericoloso. Ma io continuo a menzionarlo ed a tenere il suo discorso sugli indifferenti sulla sidebar del blog. Quasi quasi consiglierei anche agli altri di farlo...
    Infine un saluto grossissimo a Faber: mi fa sempre piacere una tua visita, e vedrai, quando avremo voglia, torneremo a parlar di politica. Si spera magari in maniera meno negativa, ma questo non dipende da noi!
    @ CogitoergoVomito: non pensarlo neppure che mi dispiaccia una visita tua, ma di nessuno, anzi, ci contavo e te ne ringrazio.

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  8. Ciao Roby.
    Ti ringrazio per il video dell'8 marzo, intanto. Io, da donna piuttosto stufa e schifata, dal canto mio è da oltre un mese che da me "regalo" questo video a tutte le donne. Ma anche agli uomini che dimostrino un minimo di sensibilità e non si limitino a sbavare dietro alle chiappe della Velina di turno.
    Poi, per quanto riguarda la politica, se in questi giorni hai avuto occasione di leggermi avrai notato che anch'io non ne parlo più. Secondo me non è più un problema di destra o sinistra (peraltro... la destra c'è e si vede, la sinistra dov'è?) ma, come dici tu in questo post, di ricerca interiore. Individuale. Dobbiamo capire che mondo vogliamo. E capire come muoverci per realizzarlo.
    Io, intanto, scelgo di non correre più come una pazza. Ed inizio da qui. Ciao!

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  9. Meraviglioso ed allarmante.
    Meraviglioso per l'esposizione del problema, allarmante per il messaggio contenuto in esso, questo documentario "Il Corpo Delle Donne" vorrei che tutti lo vedessero. Ho messo anche io il banner in cima al blog. Grazie Viviana per il contributo importante. Ed ora vado a leggere il tuo inizio.

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  10. Bel post, Roby.
    Sono convinto anch'io che la prima rivoluzione parte al mattino davanti allo specchio.
    Per quanto riguarda l'agire personalmente mi preoccupo di seminare al meglio che posso senza pormi il problema di quando il frutto verrà fuori, potrei anche non vivere abbastanza da poterlo vedere, l'importante è che venga fuori. A volte però ci sono fioriture istantanee e sono quelle che danno la forza di continuare.

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  11. Non ti stancare mai di parlare di politica, è quello che vogliono loro. E cmq si, siamo tutti una sola coscienza, solo che ancora dopo 2000 anni di storia non si capisce.

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  12. Ho ri-pubblicato in Marginalia il grammento gramsciano che avevo trovato qui. E ti ringrazio
    ciao

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  13. Credo che sia impossibile non parlare di politica. Solo che, sarebbe bello, ogni tanto, staccare dall'argomento. Ma non se ne esce: il risultato è comunque politica. Ma, come anche Sassicaia mi conferma, spero che il dibattito su temi essenziali continui anche fuori dalla rete. E che in rete, altri facciano come Marginalia.

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  14. Roby, visto che "tutti facciamo parte del mondo" - come giustamente affermi - posso contare sul tuo prezioso aiuto per diramare questo? Naturalmente secondo le modalità che preferisci... Post, mail ad amici e conoscenti, spam della peggior specie... Tutto fa brodo, purchè se ne parli e si firmi la petizione! Grazie!

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  15. Bellissimo Blog e bellissimo canale youtube!
    Penso che abbia centrato il motivo per cui sono diventata una blogger: "è il dibattito, lo scambio di idee che cerco" Ipse dixit! Purtroppo penso che questo si sia perso nella società; nonostante ciò è necessario e doveroso alimentare quella flebile (momentaneamente) scintilla che mantiene delle persone davvero degli animali politici. Già Hannah Arendt diceva che avevamo perso quella dimensione genuinamente politica che ci contraddistingue.

    Ho letto su youtube che è un animalista convinto. Passi nel mio blog, se le va, per vedere quello che è capitato ad un elefante nello Zimbawe http://loracolodidelfi.blogspot.com/
    Asta la vista

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