La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

mercoledì 21 gennaio 2015

L'onnivoro, essere mitico. Nel desolante territorio della crudeltà


Per quanto mi riguarda, ho compreso che l'onnivoro è una creatura mitica, inesistente.
La giustificazione a credersi "onnivori" è dettata unicamente dall'indebolimento progressivo della coscienza, al punto di non sentire più che il proprio corpo rigetta e si ammala nell'ingurgitare cibi inadatti, tossici, o peggio, velenosi. Il fatto che qualche individuo possa resistere a lungo senza (apparentemente) ammalarsi, è dettato unicamente dalla resistenza individuale e dalla capacità di compensare a tutto quello che viene dato al proprio corpo come nutrimento improprio.
Occorre però farsi un esame di coscienza sulla vera natura per cui, anche constatando il livello di crudeltà perpetrato nei confronti degli Animali, si continui a professarsi "onnivori", rimanendo indifferenti, perciò ignorando, il mare di sofferenza che uno stile di vita distruttivo procura, e degli effetti nefasti e presto irrecuperabili che avrà sul Pianeta intero.
Ma è mai possibile, mi chiedo, che si possa rimanere indifferenti davanti all'uccisione di povere creature dai quali sguardi traspare chiaramente la sofferenza, il dolore? Si può veramente rimanere indifferenti alla crudeltà dell'abominio al quale esse sono sottoposte, all'indecenza delle loro condizioni di vita nel poco tempo in cui "vivono", davanti all'indegno trattamento che la nostra specie riserva loro, solo per soddisfare un vezzo malsano?
Questa pervicacia nel non voler abbandonare i propri gusti alimentari, pur conoscendo bene la distruzione che essi comportano, io potrei chiamarla sadismo, malvagità, insita in un'ignoranza che prevarica quella nozionistica, culturale o/e di concetto: ignoranza evolutiva; un'ignoranza cioè che ci si prefigge di non superare perché non la si percepisce, nella quale ci si crogiola, che impedisce fondamentalmente di vedere un futuro possibile senza violenza, rispettoso della Vita, un concetto universale che a quanto pare sfugge a chi, ostinatamente, tenacemente, indecentemente, e perciò spesso impudentemente, continua a professarsi "onnivoro".