La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

domenica 13 settembre 2015

lunedì 13 aprile 2015

perché dire NO allo "specismo"



Lo "specismo" è quel mattone che sta alla base delle relazioni deviate della Civiltà Umana; con specismo si intende la discriminazione che l'Umano fa verso le altre specie per pura sete di dominio; esso si sviluppa in tutte le altre forme deviate di discriminazione come razzismo e sessismo, che si traducono in forme violente di dominio come lo schiavismo e in forme di paura come la xenofobia.
Le fondamenta della Civiltà Umana sono da smantellare perché non possono continuare a reggere il peso di un edificio di "civiltà": se la base è guasta l'edificio sarà pericolante e prossimo al crollo, come nei fatti dimostra la storia Umana, colma di tragedie , violenze e guerre, in un susseguirsi di genocidi e distruzioni; queste fondamenta intrise del sangue degli innocenti sono da ricostruire nel rispetto di tutte le specie, nella comprensione della Natura e nell'Amore per la Vita, in tutte le sue forme.


C'è molto di più, in questa cinquantina di pagine, che 
una spiegazione del significato della parola "Antispecismo": 
vi si evincono le fondamenta errate sulle quali si basa
 la Civiltà Umana, la quale continua a costruirvi sopra, 
incurante del fatto che il marciume alla base viene di 
continuo tollerato e ne mina fondamentalmente la stabilità, 
creando disuguaglianze e scompensi disastrosi, 
che evidentemente sono sotto gli occhi di tutti coloro che
 scelgano di non voltare la testa ed ignorare il fallimento
 del progresso Umano a favore di catastrofi e genocidi.
I mattoni guasti dell'eccidio Animale, 
dell'Olocausto che essi giornalmente, minuto dopo minuto subiscono,
 sono la base fradicia (di sangue) del nostro edificio culturale,
 farraginoso e perverso, e solo cambiando questo paradigma
 sarà evitabile la catastrofe epocale, che si prefigura
 nella spirale di violenza che attanaglia gli Animali, 
e si estende a tutto il creato, Esseri Umani compresi.
Acquistabile on-line ad una cifra irrisoria (5 euro), 
e senza spese di spedizione, dal sito di veganzetta.org
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http://www.movimentoantispecista.org/

http://www.manifestoantispecista.org/web/



mercoledì 21 gennaio 2015

L'onnivoro, essere mitico. Nel desolante territorio della crudeltà


Per quanto mi riguarda, ho compreso che l'onnivoro è una creatura mitica, inesistente.
La giustificazione a credersi "onnivori" è dettata unicamente dall'indebolimento progressivo della coscienza, al punto di non sentire più che il proprio corpo rigetta e si ammala nell'ingurgitare cibi inadatti, tossici, o peggio, velenosi. Il fatto che qualche individuo possa resistere a lungo senza (apparentemente) ammalarsi, è dettato unicamente dalla resistenza individuale e dalla capacità di compensare a tutto quello che viene dato al proprio corpo come nutrimento improprio.
Occorre però farsi un esame di coscienza sulla vera natura per cui, anche constatando il livello di crudeltà perpetrato nei confronti degli Animali, si continui a professarsi "onnivori", rimanendo indifferenti, perciò ignorando, il mare di sofferenza che uno stile di vita distruttivo procura, e degli effetti nefasti e presto irrecuperabili che avrà sul Pianeta intero.
Ma è mai possibile, mi chiedo, che si possa rimanere indifferenti davanti all'uccisione di povere creature dai quali sguardi traspare chiaramente la sofferenza, il dolore? Si può veramente rimanere indifferenti alla crudeltà dell'abominio al quale esse sono sottoposte, all'indecenza delle loro condizioni di vita nel poco tempo in cui "vivono", davanti all'indegno trattamento che la nostra specie riserva loro, solo per soddisfare un vezzo malsano?
Questa pervicacia nel non voler abbandonare i propri gusti alimentari, pur conoscendo bene la distruzione che essi comportano, io potrei chiamarla sadismo, malvagità, insita in un'ignoranza che prevarica quella nozionistica, culturale o/e di concetto: ignoranza evolutiva; un'ignoranza cioè che ci si prefigge di non superare perché non la si percepisce, nella quale ci si crogiola, che impedisce fondamentalmente di vedere un futuro possibile senza violenza, rispettoso della Vita, un concetto universale che a quanto pare sfugge a chi, ostinatamente, tenacemente, indecentemente, e perciò spesso impudentemente, continua a professarsi "onnivoro".