
In questo caos si rende molto utile il libro di Concita De Gregorio, nel riportare le cronache dettagliate di una politica camaleontica, nel periodo che va dal 1992 al 2008, attraverso le dichiarazioni dei politici di ogni schieramento, le mosse di palazzo, i battibecchi interni ed esterni che coinvolgono le istituzioni e che non di rado sfociano nel volgare insulto, ed ancora, non di rado, coinvolgono la vita privata dei protagonisti del parlamento e delle più alte cariche consiliari, arrivando a delineare, in questa deriva politica, il Paese senza tempo.
La criticità messa in evidenza dalla De Gregorio, coinvolge indistintamente destra e sinistra; non si accontenta di stilare un elenco degli errori, fa di più: riporta i fatti, lasciando al lettore il compito di giudicare, di capire l’iniquità della classe dirigente, e lo fa con dovizia di particolari ma in un contesto di mirabile sintesi giornalistica, per cui gli articoli non sono mai troppo lunghi, anche se, alcune volte, l’intreccio è talmente involuto, machiavellico, da lasciare stupiti per la complessità delle manovre di palazzo; manovre che altrettanto spesso non hanno che l’effetto di favorire solamente chi le escogita, lasciando all’abbandono la politica del Paese, in un delirio di onnipotenza che, pare, abbia ormai avvolto i nostri dirigenti, costringendo all’oblio le nostre coscienze ed allontanandoci sempre più dalla partecipazione alla costruzione del nostro futuro.
Qui non si tratta di leggere un libro che critica le scelte di chi fa politica; sarebbe sbagliato approcciarsi a questa lettura con tale spirito. In questo libro si può leggere una sintesi della cronaca politica degli ultimi quindici anni ed, ognuno, trarne le proprie conclusioni che, a prescindere dallo schieramento politico a cui si appartiene, pregiudicheranno invariabilmente le valutazioni di professionalità, di coerenza, di dedizione alla causa Pese/Stato; è mostrato, in pratica, il mancato adempimento a promesse e giuramenti fatti davanti ai cittadini ed alla Costituzione, costringendoci in un turbine di menzogne fatte di dichiarazioni e successive smentite, che non hanno che il compito di confonderci, relegandoci a semplici spettatori, in un Paese senza tempo dove non abbiamo più nessuna voce in capitolo ed a dettare le regole della nostra vita sono un manipolo di politicanti senza scrupoli, che, di continuo, fanno carte false pur di non abbandonare il loro privilegio.
Questo è il Pese senza tempo, un Pese che stenta a crescere, che, anzi, degrada: lo vediamo ormai ogni giorno come, il mancato impegno della politica a favore della comunità, stia creando una situazione sempre meno sostenibile, con larga parte della popolazione che per arrivare a fine mese deve fare i salti mortali, ed il tutto, sorbendosi le diatribe politico/affaristiche dei partiti, che nulla hanno di meglio da fare che cercare ogni maniera per consolidare il loro potere, tra ricatti e compravendite, tra dichiarazioni e false promesse, decreti che hanno quasi un tono di minaccia, ma prontamente boicottati se dovessero veramente servire a qualcosa di buono. Il dileggio tra parti avverse è pratica quotidiana, rivelando il degrado anche dialettico che accompagna quello istituzionale.
Ovviamente di questo degrado ne siamo in gran parte al corrente, ma è un esercizio utile a riattivare lo spirito critico, per cui è consigliabile la lettura per chi avesse ancora qualche riserva sulla pochezza della nostra classe politica. Oppure per chi si vuole, con un pizzico di masochismo, divertire nello scoprire gli altarini con i quali si è perpetuato il potere negli ultimi vent’anni.