Me stesso.
Ho cominciato da me, ad uccidere;
attraverso comportamenti ed azioni. Ho proseguito.
Ogni giorno, con comportamenti ed
azioni, ad uccidere il mio prossimo, per anni, inconsapevolmente, più o meno,
ma me stesso sì.
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I miei vicini, i miei connazionali,
gli extracomunitari, le persone di tutto
il mondo; con il mio singolo comportamento ho ucciso e sto continuando a
farlo; senza nessuna scelta etica, contribuendo con il mio enorme apporto, così
come altri milioni di miei simili, uccidendo miliardi di persone: pochi milioni
che ne uccidono miliardi, compresi loro stessi: Noi stessi.
Penso che proprio sottovalutando il
proprio singolo apporto si sia arrivati a far coincidere un disastro planetario:
l’apporto di ognuno è enorme e sottovalutarlo è criminale.
Conduco una vita senza soddisfazioni e
faccio ben poco per cambiare lo scenario della mia vita, e così come me
tantissime persone: ci accontentiamo e ci sentiamo fortunati. Ma abbiamo troppo
se lo confrontiamo con altri popoli meno “fortunati”, e non mancano i
conflitti, le lotte politiche; la rincorsa ad una Crescita impossibile da
sostenere.
Non è solo la violenza che genera la
violenza, ma anche la scelta del modo di vivere, che genera violenza a migliaia
di chilometri da noi. Ed è pensando a questo che si dovrebbe ragionare sul
perché i Governanti sono così distanti dal voler cambiare questo modo di vivere
di una piccola parte del mondo; perché incalzano le solite tesi fasulle della
finanza e del commercio; del debito; perché
rifinanziano le Banche con i soldi dello Stato facendo finta che non siano
proprio le Banche ad aver creato il debito: in somma si occupano di tutt’altro
fuorché delle persone di cui uno Stato è fatto.
Ed io uccido, e sto continuando a
farlo: attraverso la mia non rinuncia al modo di vivere che conosco e che,
tutto sommato, mi piace.
Non sono del tutto certo che io non
possa farci nulla:«ma che ci puoi fare
tu, da solo, o voi, pochi, rispetto alle moltitudini che se ne infischiano!».
Ma uccido, ogni giorno, è bene
ricordarselo, rendersene conto, attraverso il normale agire di ogni giorno; a
causa della scelta, di un’etica assente, di un piacere effimero, dell’abitudine
al massacro, dell’Amore che si è estinto fuori delle mura domestiche, fuori
dalle amicizie, dalle cerchie; e che cozza con il sangue di innocenti ma anche
di criminali; Amore che si estinguerà nel sangue nostro, del nostro prossimo,
dei nostri vicini, conoscenti, connazionali, extracomunitari, della gente di
tutto il mondo. E tanto più tarda sarà la reazione alla miseria umana, tanto
più sfocerà in violenza la disperazione. Violenza inaudita, perché non rimarrà
testimone, non resterà memoria; solo resti del mondo che conosciamo e che, come
la Storia che si ripete, si è dissolto nella polvere, lasciando dietro sé rovine
di Civiltà sulle quali forse qualcuno potrà fantasticare.
Il fallimento delle Civiltà antiche
nulla ci ha insegnato, e la terra è lì, pronta ad assorbire i nostri resti, ad
accogliere le macerie dei nostri palazzi, a restituire l’aria a chi la vuole
respirare, disinfestata, finalmente, dalla presenza umana.
Quanto tempo ci vorrà è solo un’illusione:
il concetto di Tempo è un’invenzione tutta umana, che non ha significato nell’esistenza
dell’universo.
Se immagino la Natura come un’entità,
credo che non possa che ridere di noi, e di come ci affanniamo per
autodistruggerci; anche se penso sia più appropriato pensarla come un qualcosa
che, accortasi dell’errore, ci sta semplicemente scrollando di dosso.