La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

mercoledì 2 marzo 2011

I “no” che aiuterebbero a crescere


Bob Kennedy - quelli come lui
li fanno fuori perché parlano così

Allora cominciamo. Dov’ero rimasto? Non lo so.
Ah! Le marce per i diritti dei lavoratori degli anni ’70. Lo statuto che sancisce un trattamento dignitoso per tutti i lavoratori; le lotte per conquistarlo con in prima linea i metalmeccanici che, a ben vedere, sono quelli che fanno il lavoro più duro. Anni di contrattazioni, intesa tra sindacati, compromessi con la controparte privata, la quale mai ha perso introiti a causa delle lotte; ha perso, semmai, solo un po’ del suo potere decisionale sulla vita dei suoi dipendenti. Ciò non toglie che possano aver continuato in speculazioni e ricatti, magari più in piccolo, perché le regole, finché si e stati uniti, erano più difficili da eludere.
Poi ricomincia un periodo un po’ più rilassato; il lavoro è merce preziosa, e quindi si trova sempre il modo di specularci sopra; il valore aggiunto di una professionalità raggiunta è gravemente minato alla base da una sempre improcrastinabile fame di crescita economica, infatti il problema della disoccupazione, anche se non grave come oggi, anche nei decenni scorsi era di non poco conto. Ma come mai le aziende devono, ogni anno, guadagnare più dell’anno precedente? Non potrebbero accontentarsi del guadagno normale, cioè la differenza che si ottiene vendendo un prodotto ad un prezzo più alto rispetto a quello che si è pagato per averlo, produrlo, progettarlo? Qua, io credo, entra in gioco la finanza, ovvero la sete di ricchezza privata. Già da anni, per ottenere l’inottenibile, si sono messi in opera comportamenti che, vuoi per la mancanza di una legislazione in materia che non lasci adito a dubbi, vuoi anche per la mancata applicazione di talune regole e/o leggi, verso le quali si è chiuso gli occhi - anche se spero che, piuttosto che questa seconda ipotesi, che riterrei più grave, si sia verificata la prima devastante eventualità - comportamenti, dicevo, che lentamente hanno eroso sempre più ampie aree professionali, pregiudicando anche la categoria imprenditoriale (mi riferisco a quella dell’artigianato, dei piccoli imprenditori e produttori) ma arrivando, anche se senza mai trascurarla del tutto, a minare gravemente la figura dell’operaio, dell’impiegato, del subordinato; il dipendente da 1000 euro al mese, insomma, che ormai è visto come un soggetto da spremere finché ce n’è. Siamo a questa fase a pieno titolo. Ormai i Contratti Collettivi Nazionali sono a firme separate per prassi: questo non perché, come qualcuno dice, c’è un sindacato su tre che dice sempre no; è vero il contrario, ovvero che gli altri sindacati, facendo prima la finta di proporre edulcoranti norme a favore dei lavoratori, poi accettano tutte le condizioni, anche gravemente lesive della dignità delle persone, che i privati, attraverso i loro sindacati di categoria, hanno minuziosamente stilato per spremere sangue dalla rapa che è il lavoratore dipendente. Il Governo tace; due, soprattutto due, tra i maggiori sindacati che comunque sono di minoranza, acconsentono. Chi sono i loro iscritti? Come mai non si svegliano per capire che stanno rubando il futuro anche a loro ed ai loro figli?
Ecco perché CGIL fa bene a dire no. Il rinnovo del Contratto Collettivo non può essere a senso unico, ed intaccare unicamente il salario ed i diritti di chi già percepisce uno stipendio al limite della soglia di povertà.

Cos’hanno da guadagnare CISL e UIL smettendo di fare quello per cui sono nate (difendere i lavoratori dipendenti)? Dichiarino anche loro di essere di parte: dalla parte dei privati; altre due organizzazioni sindacali che si vanno ad aggiungere alle oltre 20 che già curano gli interessi delle imprese a loro iscritte. Non ci sarebbe nulla di male se lo facessero; ma al contempo dovrebbero smettere di percepire la percentuale degli iscritti attraverso la busta paga, e che costituisce sicuramente un forte introito al quale, evidentemente, è difficile rinunciare.
L’attacco massiccio al tassello più debole della società è cominciato ormai da alcuni anni; e fa leva sulla divisione, sull’ignoranza, sulla paura. Paura di perdere il posto di lavoro; paura che è sempre più legittima anche grazie a questo tipo di contratti. E siamo al punto nevralgico del discorso. I sindacati asserviti in questo hanno il loro perché: agiscono per conto degli uni a favore degli altri; sono doppiogiochisti, e se vediamo chi sta perdendo questa partita, non possiamo non vedere chi la vince e quindi li possiede. Ecco la loro Ragion d’Essere. Cerchiamo di non cadere nel tranello che ci sventolano sotto al naso di un sindacato che dice sempre no; cerchiamo di guardare la cosa anche dal punto di vista di chi ci perde in questa contrattazione e ci accorgeremo che siamo in balia di chi dice sempre “sì” conducendoci a ritroso nel cammino di conquista dei diritti, collocandoci sempre più in fondo nella classifica dei paesi civili.

7 commenti:

  1. E poi i necessari no quotidiani che incidono tanto. Ad esempio; vuoi fare lo straordinario? NO. Questo piccolo no, fa bene alla salute dell'operaio che ha detto no e fa bene al disoccupato poichè il datore di lavoro (per i tanti piccoli No allo strordinario) dovrà pur assumere qualche altro lavoratore.

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  2. Sto cercando i " paesi civili " e credimi non ne trovo nemmeno uno. Possiamo stilare una lista di quelli meno incivili......
    Bentornato

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  3. sempre che il contratto preveda un sindacato (quello precario a progetto non gode di alcun diritto sindacale all'interno dell'azienda): il controsenso è voler far credere che la mancanza di un contratto nazionale assicuri una remunerazione più elevata (non esiste veramente più orario... solo schiavitù)!

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  4. Ci sono tanti piccoli Fantozzi là fuori

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  5. Purtroppo molti non si rendono conto della gravità della situazione.In questi mesi ,ho notato troppi ricatti nell'ambito lavorativo e speculativi; sulla pelle di milioni di lavoratori.Serena notte a presto

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  6. il lavoro va conservato e se questo comporta un pò di straordinario, contrattato, non guasta mai.

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  7. I prodotti di questo sistema aberrante vengono propinati ai consumatori attraverso una induzione di pensiero unidirezionale,se un ragazzo accetta sei ore al giorno di lavoro per un compenso mensile di trecentocinquanta euro,c'è qualcosa che non funziona,se poi pensiamo che quei soldi vengono spesi per la maggior parte dei casi in prodotti di consumo allora tutto non va.
    Dovremmo innanzitutto renderci conto che ormai non esistono più classi sociali o meglio ne esistono due,quella dei privilegiati,che di norma coincide con quella di produttori di beni o di venditori di fumo,e quella dei consumatori,ossia la maggioranza degli italiani(per quanto agiati possano essere).
    E' dunque una presa di coscienza collettiva che quello che ci fanno vivere oggi come privilegi altro non sono che i nostri diritti in mano ad avidi sfruttatori di uomini.
    Spegniamo quindi la televisione,buttiamo i decoder,lasciamo i piazzali delle fabbriche pieni,riduciamo questa gentaglia alla fame,semplicemente non comperando i loro prodotti.certo è difficile se non impossibile considerare un prodotto che ci hanno abituato ad amare,come il veicolo della loro tracotante (pre)potenza,o considerare programmi televisivi cool, come invece il braccio forte della propaganda del pensiero unidirezionale,e poi,io chi cazzo sono per affermare tutto questo?
    Ah,bel libro quello che citi nel titolo del post.

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